La mia generazione esiste
non è affatto un`idea o un`astrazione
non è nemmeno un`allucinazione triste
nata un sabato pomeriggio a Ikea
fra cataste bruciate di librerie Billy
e una pallida riunione condominiale
finita a ironie e strilli
Le facce dei miei compagni di scuola
erano bianco-verdi come le linee d`erba
e le maglie del calcetto il sabato sera.
In genere sposavano sempre una liceale
producevano due o tre figli
nel quartiere sotto casa dei genitori
si incontravano sullo stesso piazzale
scambiavano corsi di inglese e polizze
con gli orari di rientro dopo la pizza
In tanti avevano l`acqua nella borraccia
e un ventoso ricordo sul parabrezza
di quando andavano a votare o al mare e poi
poi iniziavano piano a invecchiare
mantenendo la giovinezza in faccia

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5 commenti

  1. sì, il paese coincide con l´anonimo giudizio di bidé, rabbioso, adolescenziale, fuori ritmo. Sono perfettamente d´accordo.

  2. Ah, il saper accettare i giudizi avversi con classe (a parte che c’era più ritmo nel mio commento che in tutta la poesiuola).

    Tuo,
    Alberto Rossi in arte bidé

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