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Nuova puntata della serie di Maurizio Cotrona: la testimonianza personale di un progetto che intende produrre editoria a fumetti a Taranto. Un viaggio tra ambizioni e difficoltà. Qui le parti precedenti.

12 settembre 2020

Vi do accesso alla mia sfera personale, prima della digressione Ω3. A costo di umiliarmi, tolgo il velo sull’intervento “da vecchio” appena sostenuto: uretrotomia. Mi hanno tagliato via una stenosi uretrale che mi costringeva a urinare spesso e con il contagocce. Ormai avevo preso l’abitudine di portare qualcosa da leggere in bagno, anche per una semplice pipì.  Beati voi che non sapete cos’è l’uretra.

Qui raggiungo i confini del mio pudore. Non vi parlo di un altro mio problema,  che mi assilla da qualche anno e che spero di risolvere come effetto secondario della rimozione della stenosi uretrale.

Ora che la vostra fantasia è impegnata a rovistare nell’intimità del sottoscritto… Ω3: il mio amore per i fumetti!

Oggi, 12 settembre 2020,  è l’anniversario della scomparsa di David Foster Wallace, sono passati dodici anni e, sul web, sono rimbalzate queste sue parole, che faccio mie:

«Però ci sono parecchi libri che dopo averli letti mi hanno lasciato per sempre diverso da com’ero prima, e penso che tutta la buona letteratura in qualche modo affronti il problema della solitudine e agisca come suo lenitivo. Siamo tutti tremendamente, tremendamente soli. Ma c’è qualcosa, quantomeno nei romanzi e nei racconti, che ti permette di entrare in intimità con il mondo, e con un’altra mente, e con certi personaggi, in un modo in cui non puoi proprio farlo nel mondo reale. Io non so cosa stai pensando. Non so molto di te, così come non so molto dei miei genitori, della mia ragazza o di mia sorella, però un brano di letteratura che sia davvero sincero ci permette di entrare in intimità con… non voglio dire con le persone, ma ci permette di entrare in intimità con un mondo che assomiglia al nostro quanto basta, a livello di dettagli emotivi, perché le varie sensazioni che proviamo possano poi riverberarsi anche nel mondo reale. L’effetto che vorrei che avesse quello che scrivo è far sentire le persone meno sole».

Io, a dirla tutta, eliminerei alcune espressioni di prudenza usate da DFW e scriverei, senza remore, che “un brano di letteratura davvero sincero ci permette di entrare in intimità con le persone”. Penso, inoltre, che i libri ci permettano di entrare in intimità con un mondo reale quanto il nostro.

I libri, molte volte, mi hanno fatto sentire meno solo e sentirsi meno soli è una faccenda seria, specie nei momenti in cui ti ritrovi a essere più fragile. Ma il punto fondamentale, nel contesto di questo diario, è questo: per me, l’insieme “libri”, cioè l’insieme di “questi oggetti che mi fa sentire meno solo”, include i fumetti, alla pari e senza alcuna soluzione di continuità. Non ci sono steccati.

Alcune delle ore più felici della mia infanzia le ho trascorse a leggere e gli autori che hanno reso felici quelle ore sono Asimov, Stevenson, Cavezzano, Tolkien, Don Rosa, Kirby, Ende, Bonvi, Dumas, Carpi, Go Nagai, Salgari, Hergé, Pratt…

Se, adesso, faccio un gioco di associazione libera e provo a nominare i primi sei orgasmi letterari che mi saltano in mente, vengono fuori D.F. Wallace, Alan Moore, OsamuTezuka, Dostoevskij, Gipi e FlanneryO’Connor.

Wallace, Moore, Tezuka, Dostoevskij, Gipi e O’Connor, nella mia testa, sono rami dello stesso albero, un albero dalle radici profonde e dai tronchi ramificati.

Radici che mi hanno reso più soldo, rami che mi hanno tenuto unito agli altri.

“Ottocervo” non è solo un tappabuchi, dunque, perché risponde a un’esigenza esistenziale profonda: quella di spaccare il guscio della mia solitudine (guscio in cui l’inerzia mi porterebbe a rimanere) e procurarmi occasioni per incontrare e conoscere altre persone, in quel modo fantastico di cui i fumetti sono capaci.

I fumetti ti fanno abbassare la guardia, ti fanno diventare il protagonista delle loro storie (perché è il proprio “tuo”, il volto che immagini sotto la mascherina delle linee disegnate), rendono credibile l’incredibile con la naturalezza della corsa di un giaguaro, usano la bellezza per raccontare, trasformano il tempo in spazio e lo spazio in tempo, ti spezzano il cuore, te lo fanno diventare più grande e poi ti curano la ferita con un bacino.

 

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Autore

mcotrona@minima.it

Maurizio Cotrona è nato a Taranto nel 1973. Esordisce nel 2006 con il romanzo "Ho sognato che qualcuno mi amava" (Palomar). Nel 2011 pubblica "Malafede" (Lantana, Premio Puglialibre come miglior romanzo) e nel 2015 "Primo" (Gallucci HD, vincitore del premio del gruppo GEMS “Io Scrittore”). Il suo ultimo romanzo è Il figlio di Persefone (Elliot edizioni, 2019). Co-direttore editoriale di "Ottocervo edizioni", è maestro della scuola di lettura per ragazzi “Piccoli maestri".

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