Pubblichiamo un pezzo uscito sul Venerdì, che ringraziamo.
di Giulia Villoresi
Il titolo, Una pezza di Lundini, gliel’ha dato l’autore Giovanni Benincasa, guru della tv italiana (Carramba, Furore, Libero, Matrix…). Presenze fisse in studio l’attrice Emanuela Fanelli e i VazzaNikki, una band che fa rock ’n roll nonsense con influenze swing e surf. Il pubblico consiste in quattro anziani dall’indole bendisposta ma non ridanciana.
Conduce Valerio Lundini, un pischello romano con gli occhiali, ignoto alla maggioranza dei telespettatori. Lancia servizi. Fa collegamenti. Intervista personaggi pubblici ponendo domande tipo «Com’è essere donna, in generale?».
Se vi sembra che questo programma non abbia senso, è perché non deve averlo. Dopotutto, quasi tutte le teorie sull’umorismo (ne esistono almeno dieci) sono variazioni della teoria dell’incongruenza, che afferma: la risata è prodotta da un temporaneo «deragliamento di senso» che comporta l’interruzione di processi di pensiero ordinati, o la violazione di leggi e convenzioni.
Una pezza di Lundini viola le più elementari convenzioni della tv comica italiana: ecco perché ne parlano tutti. Il servizio sul furto del naso si presta all’esemplificazione. Un inviato stile La vita in diretta (Lundini) ascolta la drammatica testimonianza di Guglielmo Nodari, «un ragazzo che dal 1995 non ha più il naso davanti». Dice che gliel’ha rubato lo zio venticinque anni fa, attuando la famosa tecnica delle due dita a pinza. Lundini crede che Nodari possa e debba ricevere giustizia. Rintracciato lo zio, riesce a farsi aprire la porta e lo incalza, fino all’orribile scoperta: il naso era proprio qui, nel cassetto di una scrivania in compensato, insieme a svariati altri nasi e tre pesche.
Lundini, mi racconti come sei arrivato a condurre un programma su Rai due?
Tempo fa Giovanni Benincasa cercava battutisti per un programma comico, Battute. Calcutta gli ha detto “devi chiamare Lundini”. Anche se in realtà io non so fare battute. Però alla fine è andata bene. Poi ho fatto qualche altra cosa in Rai. E poi Giovanni mi ha proposto di fare un programma tutto mio.
Come sta reagendo il pubblico?
In generale bene. Qualcuno a tratti l’ha presa seriamente.
Cioè?
Per esempio dopo il pezzo sul naso c’è stata gente che ha scritto “Secondo me non è vero”, o “Dai, mi sembra esagerato, ma che servizio è?”. Pensavano che fosse serio.
Ti ha fatto piacere?
Sì, vuol dire che il format funziona. Anche al DopoFestival di San Remo è stato così, quando intervistavo i cantanti facendo domande assurde. Il giorno prima del litigio Bugo-Morgan chiesi a Bugo: “se domani un angelo ti dicesse: ‘se abbandoni il palco a metà canzone farò finire le guerre nel mondo, ma nessuno saprà che è merito tuo’, lo faresti?” E lui: sì.
Poi il giorno dopo ha lasciato il palco per davvero.
E la gente ha commentato: “questo sapeva tutto dal giorno prima”, “scusate ma chi è sto giornalista? Ma che domande fa?”. Ecco, questo a me piace molto.
Il surrealismo, dunque. Ti capita di usare i sogni come spunti?
Questo programma mi ha permesso di usare ben due sogni.
Me li racconti?
Non posso.
Ei tuoi ospiti? La loro posizione non è facile, visto che vengono a farsi bullizzare.
Ma mica li bullizzo. Per me il bullismo è quello delle Le iene, ed è male. Preferirei morire di fame.
Però li metti in difficoltà.
Ma il mio personaggio non lo fa apposta. Loro ne escono meglio di lui. E poi sanno che è un gioco: se non lo sapessero, ok, sarebbe bullismo.
(Improvvisamente impallidisce, ndr) Tutto bene?
No, è che mi fa schifo la verdura. L’ho ordinata perché di solito la cicoria nei posti è buona.
Devi mangiare verdure?
No, sì, è che ho il diabete. Se prendo un’amatriciana, prima devo mangiare verdura. Il fatto è che questa è amarissima.
Da quando hai il diabete?
Dai trent’anni. Accade sempre d’estate.
Ma cosa?
Il diabete mi è venuto d’estate. Il tumore alla tiroide, d’estate. E una volta, sempre d’estate, sono andato a Londra da solo e mi è venuta la mononucleosi con 40 di febbre fisso. Io d’estate sto male.
Ti capita di piangere?
Non piango da quando sono piccolo. Non piango e non vomito.
Neanche se ti ubriachi?
Sono astemio.
Perché?
Non mi piace l’alcol. Come la verdura. Non mi piacciono le cose degli adulti.
E ridere? Perché in trasmissione sei serissimo.
Quello sì. Semplicemente, non faccio battute né imitazioni. Proprio non mi vengono, non è il mio tipo di comicità.
Una definizione di comicità?
Qualcosa che fa ridere.
Qualcuno ha detto che la comicità è divina.
Quindi esiste Dio?
Lo escludi?
Non del tutto. Però penso che l’anima si spenga come la fiamma, senza lasciare traccia. Almeno lo spero.
E perché mai?
Diciamo che spero che non esista la reincarnazione, perché mi fa paura essere torturato, e penso che a furia di reincarnarmi prima o poi finirei a casa di un Marco Prato. È la mia grande paura, insieme a quella che mi ammazzino la fidanzata. È il motivo per cui sono stato single per cinque anni.
Per paura che ti ammazzassero la fidanzata.
Sì. Volevo temere solo la mia, di morte. Ora invece ho una possibilità in più di morire.
Quindi sei fidanzato.
Da tre anni e mezzo.
Lei chi è?
È la fidanzata.
E poi?
Studia filosofia. Ci amiamo tantissimo. Mo’ forse andremo a vivere assieme. Vediamo.
Dove abiti?
A Roma, nel quartiere san Giovanni, da sempre.
Quindi sei ancora a casa dei genitori?
Casa attaccata a quella dei genitori.
Hai mai fatto recitare i tuoi genitori nel programma?
Mai. Mio fratello una volta.
Quasi tutte le spalle e gli attori del programma sono improvvisati, vero?
Sì. Perché gli attori improvvisati funzionano. Tipo l’amico tuo che se gli chiedi di fare il vigile fa proprio il vigile. Oppure, prendi la finta psicologa che intervistavo sul bullismo, una delle migliori interpretazioni di sempre: quella è Luisa Pistoia, che di mestiere fa l’agente. Mentre gli attori veri, salvo eccezioni, sono un disastro.
Secondo te perché?
Non l’ho capito. Ma non gli credi mai. Non c’è disinvoltura, si impegnano troppo. Calcola che un sacco di gag ho rinunciato a farle perché avrei potuto avere solo attori veri e sapevo che avrebbero rovinato tutto.
In giro c’è qualche trasmissione comica che ha attirato la tua attenzione?
Who is America di Sacha Baron Cohen. È lui che si traveste e intervista gente facendo cose assurde. Tipo va da Bernie Sanders spacciandosi per un trumpiano pazzo in sedia a rotelle.
Ma tu, sotto sotto, non vorresti fare esattamente questo?
Sì. Vorrei farlo troppo. Solo, non capisco come fanno a non riconoscerlo. Secondo me dopo un po’ ti sgamano.
Dovresti farlo prima di diventare famoso, così non ti sgamano.
Sì, ci ho pensato. Però Sacha Baron Cohen è insuperabile. In una puntata, per dirti, si presenta come guerrigliero a dei redneck razzisti e gli insegna a combattere il terrorismo. Gli dice che siccome gli arabi temono l’omosessualità un modo per attaccarli è denudarsi e saltargli addosso. E loro lo fanno.
Però questo è bullismo.
Questo mi sa che è bullismo.
Perché loro non lo sanno, che è un gioco.
Non lo sanno, no.
Quindi un po’ ti andrebbe di fare bullismo.
Però solo con gente orrenda.
Minima&moralia è una rivista online nata nel 2009. Nel nostro spazio indipendente coesistono letteratura, teatro, arti, politica, interventi su esteri e ambiente

Bell’intervista
“Gli attori si impegnano troppo, non gli credi mai”. Opinione evanescente.
Perchè non chiedete anche al vostro salumiere di impegnarsi di meno? O a quelli che scrivono gli articoli? Ma che razza di gusto potrà mai essere quello di chi privilegia la disinvoltura sulla competenza? Chiedereste a voi stessi di credere alla “veritá” delle mele di Cèzanne? Quando al cinema arriva il treno, vi scansate?
Boh….
ma che c’entra? L’attore fa il salumiere e fa il giornalista. e proprio perche fa quello che pensa che facciano altri non fa nulla. il salumiere e il giornalista se sono bravi se ne fottono di fare il salame e l’intervista.
e sì se il film è buono ci si scansa
In un mondo in cui la TV è spazzatura finalmente un programma nuovo per i giovani che spezza il modo di comunicare di ogni cavolo di trasmissione! Quanto è bello prendere in giro i finti ipocriti i finti moralisti che fanno discussioni solo per audience! Lundini è anni luce avanti
Per gli amanti di Una pezza di lundini, consiglio alcuni video da non perdere:
https://www.youtube.com/watch?v=KK02w2FOhDI&t=44s
https://www.youtube.com/watch?v=3-RfvfK5G70&t=4s
https://www.youtube.com/watch?v=eA8YxjvQxPk&t=1s
https://www.youtube.com/watch?v=0DbyA72BD80&t=1698s
https://www.youtube.com/watch?v=oqIGAgsrI0E
Tocca leggerlo due volte, la prima ti chiedi Ci è o ci fa? La seconda non te lo chiedi più ti rilassi e ridi👏
Gabriele, facciamo che rileggi bene quello che hai scritto e poi non ci pensiamo più.
Ce lo vedo ordinare estathé il sabato sera.
Che persona! <3
Ridursi a intervistare delle nullità assolute, un segno dei tempi, dell’infimo livello a cui si è arrivati. Un consiglio, togliere “&Moralia” dal nome del sito e della casa editrice, “Minima” basta e avanza.
Definire “nullità assoluta” un personaggio come Lundini è superficiale a dir poco. Probabilmente l’autore del commento non conosce la caratura della persona o non è intellettualmente capace di carpirne i contenuti dietro la forma. O forse fa parte di quello stesso establishment che il comico irride bonariamente.
Sta di fatto che sta rendendo popolare un genere – quello della comicità surreale – che ha avuto illustri antesignani (primo tra tutti, sempre in tempi recenti, il maestro Frassica, di cui è stato, tra l’altro, autore).
Bella intervista e bravo lui. Complimenti!
Ma perché scrivi commenti così cattivi? “Lundini una nullità assoluta.” Ma veramente hai voglia di metterti a scrivere sulla tastiera solo per dire cose che nessuno troverà simpatiche o utili?
E tu hai voglia di metterti a scrivere sulla tastiera solo per dire a lui che i suoi commenti non sono simpatici né utili.
E io ho voglia di mettermi a scrivere sulla tastiera solo per fartelo notare.
Eccetera.
Capito come?
Ma il candore del tuo incipit vince comunque il Premio Cuore t’oro 2021.