David Bowie ci ha lasciato in questo inizio di 2016. Ha attraversato gli ultimi cinquant’anni lasciando tracce del suo passaggio che non smettono di emanare luci – bianche o persino nere o di ogni sfumatura – e che ognuno di noi può cogliere, ad ogni ascolto.
Lo ricordiamo con una delle sue canzoni più belle (e dallo stile inconfondibile), The Man Who Sold the World, contenuta nell’album omonimo uscito nel 1970. Durante un’intervista, rilasciata anni dopo – quando già i Nirvana l’avevano interpretata durante l’MTV Unplugged – Bowie disse che era una canzone “sullo stato d’animo che si prova quando si è giovani, quando ci si rende conto che c’è una parte di noi che non siamo ancora riusciti a mettere insieme”.
A ridosso dell’uscita del disco, aveva scritto una lettera a Bob Grace, uno dei suoi primi discografici:
Dear Bob
I was born in Brixton and went to some Schools thereabout and studied Art. Then I went into an Advertising Agency which I didn’t like very much. Then I left and joined some Rock ‘n’ Roll Bands playing Saxophone and I sang some which nobody liked very much.
As I was already a Beatnik, I had to be a Hippie and I was very heavy and wrote a lot of songs on some beaches and some people liked them. Then I recorded ‘Space Oddity’ and made some money and spent it which everybody liked.
Now I am 24 and I am married and I am not at all heavy and I’m still writing and my wife is pregnant which I like very much.
(Signed)
LOVE DAVID
We passed upon the stair, we spoke of was and when
Although I wasn’t there, he said I was his friend
Which came as some surprise, I spoke into his eyes
I thought you died alone, a long long time ago
Oh no, not me
I never lost control
You’re face to face
With the man who sold the world
I laughed and shook his hand, and made my way back home
I searched for form and land, for years and years I roamed
I gazed a gazely stare at all the millions here
We must have died alone, a long long time ago
Who knows? Not me
We never lost control
You’re face to face
With the man who sold the world
Minima&moralia è una rivista online nata nel 2009. Nel nostro spazio indipendente coesistono letteratura, teatro, arti, politica, interventi su esteri e ambiente
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