1.

“Ciao Fabrizio, sono Nichi”.
“Seh”.
“Ti giuro”.
“Non hai la zeppola fatta così?”
“Ma no, è la mia”.
“Non ci credo, dimostrami che sei tu”.
“Sono Nichi. Ci siamo visti l’altro giorno al convegno sulle frane dell’Italia centrale”.
“Non m’incanti. Che lavoro faceva tuo padre?”
“Impiegato alla posta”.
“Ti sei preparato bene… eh…”
“Sono Nichi, davvero”.
“Recitami una tua poesia a memoria”
“Ma dai, Fabrizio, sono io, ti giuro”.
“Non ci credo, attacco”.
“Va bene… Il foglio magro nel pallore d’aprile… Il pugno di corallo e di rabbia… Corpo o latte… Ossario d’utopia… Stranezza, straniante, stranita… Culla di un dio distratto… Luglio scartavetro… ”
“Merda, sei proprio Nichi”.

2.

“Matteo?”
“Ciao sono Beppe”.
“Ah, Beppe”
“Niente. Ti volevo chiedere scusa. Per ieri, dico. Che non ti ho fatto molto parlare…”.
“Non mi ha fatto parlare per niente…”
“Eh, sì. Scusami. Vogliamo parlare un secondo adesso?”
“Ora sono impicciato”
“Stai a fare la ripicca adesso?”
“No, stavo a un’apericena con Nencini”
“Vabbé, ci sei andato in puzza?”
“Se vuoi ci possiamo parlare domani verso mezzogiorno”.
“Okay. Faccio un sondaggio al volo e ti do conferma”.

3.

“Matteo, sono Silvio”
“Babbo”.
“Ti volevo solo salutare. Tutto a posto?”
“E’ un casino, papà. Sono cotto. Dai retta a tutti, parla col vecchio per l’incarico, scegli la macchina da affittare…”
“Devi crescere, figliolo, questo vuol dire diventare adulti”.
“Non mi riattaccare la pippa, però, babbo… ‘Ai miei tempi… co’ Mastella e Dini…’ La so, la so… Ma guarda che manco per me è facile, tu hai presente Parisi?”
“Vuoi che ti organizzo una cosetta per rimetterti in forze?”
“Sto prendendo la pappa reale, grazie”.
“Intendevo una serata relax”.
“Grazie, babbo, ma stasera con Delrio e Nardella si va a citofonare alla casa della gente e si scappa”.
“In gamba, allora, ci vediamo la settimana prossima”.
“Per il compleanno di zia?”
“No, per la legge elettorale”.
“Ah, okay, me lo devo segnare”
“Ciao, Matteo”
“Bella, babbo”.

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1 commento

  1. – Ciao Archinà, sono Nichi. Ah ah ah…
    – Oooh, come va, Presidente?
    – Sono per dire una cosa seria anche se mi sono molto colpito… ah ah ah… da una scena che gli amici mi hanno appena fatto vedere, una conferenza stampoa e uno splendido scatto felino… ah ah ah…
    – Eh eh eh…
    – Ah ah ah… non pote… ah ah ah…
    – Eh eh eh…
    – Non potevo riprendermi… ah ah ah… ho visto una scena fantastica… ah ah ah…
    – Merda, sei proprio Nichi!
    (dispiace se io non rido? sono di Taranto, cercate di capirmi)

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Autore

fandzu@gmail.com

Christian Raimo (1975) è nato a Roma, dove vive e insegna. Ha pubblicato per minimum fax le raccolte di racconti Latte (2001), Dov'eri tu quando le stelle del mattino gioivano in coro? (2004) e Le persone, soltanto le persone (2014). Insieme a Francesco Pacifico, Nicola Lagioia e Francesco Longo - sotto lo pseudonimo collettivo di Babette Factory - ha pubblicato il romanzo 2005 dopo Cristo (Einaudi Stile Libero, 2005). Ha anche scritto il libro per bambini La solita storia di animali? (Mup, 2006) illustrato dal collettivo Serpe in seno. È un redattore di minima&moralia e Internazionale. Nel 2012 ha pubblicato per Einaudi Il peso della grazia (Supercoralli) e nel 2015 Tranquillo prof, la richiamo io (L'Arcipelago). È fra gli autori di Figuracce (Einaudi Stile Libero 2014).

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