
Questa rubrica è in collaborazione con Pagina 3, la rassegna stampa culturale di Radio3. Tutti i venerdì minima&moralia selezionerà gli articoli più significativi tra quelli letti ogni mattina in radio dai conduttori di Pagina 3 e ve li segnalerà. In questo modo cercheremo di offrire una panoramica su quello che è stato il dibattito culturale italiano nel corso della settimana. Il conduttore del mese di gennaio è Edoardo Camurri. Un ringraziamento particolare a Radio3 e a Marino Sinibaldi. (Immagine: Fruttero e Lucentini.)
Lunedì 7 gennaio:
• Neil, l’impertinenza di un quindicenne che aiuta la scienza. I suoi dubbi su Andromeda servono ai fisici. Articolo di Giulio Giorello, Corriere della Sera, p. 23.
• Teresa Cremisi. L’italiana alla testa di Flammarion: “Come decido di pubblicare un libro? Faccio silenzio dentro di me e sento se è il momento giusto”. Articolo di Franco Marcoaldi, la Repubblica, p. 45.
Ascolta il podcast dell’intera puntata – Il brano di oggi è Lean on Me di Tal Farlow
Martedì 8 gennaio:
• Buoni propositi famosi. Jonathan Swift, Susan Sontag, Marilyn Monrow e Woody Guthrie. Su rivistastudio.com
• La signora dell’endecasillabo. Articolo di Massimo Raffaeli, il manifesto, p. 10.
Ascolta il podcast dell’intera puntata – Il brano di oggi è You Are Too Beautiful di Rodgers&Hart nell’interpretazione di Thelonious Monk
Mercoledì 9 gennaio:
• Auguri Sciascia, ignorato da tutti. Cinque pezzi per ricordarlo. Articolo di Giuseppe Rizzo su unita.it
• Bleeding Edge, Pynchon pubblicherà un nuovo libro. Articolo di Matteo Sacchi, il Giornale, p. 24.
Ascolta il podcast dell’intera puntata – Il brano di oggi è Tenderly di Bill Evans, con Sam Jones e Philly Joe Jones
Giovedì 10 gennaio:
• L’Europa e il populismo di Pilato. “Se si rinuncia a cercare la verità, tutto diventa una questione di potere”. Intervista a Robert Spaemann di Gian Guido Vecchi, Corriere della Sera, p. 40.
• Paolo Ricca: “Non c’è bene senza legge, non c’è libertà senza trasgressione“. Articolo di Franco Marcoaldi, la Repubblica, p. 39.
Ascolta il podcast dell’intera puntata – Il brano di oggi è Play Me di Michel Petrucciani
Venerdì 11 gennaio:
• Tè, espadrillas, sigarette. La vita di Fruttero con e senza Lucentini. Articolo di Luigi Mascheroni, il Giornale, p. 24.
• Queer, incazzati neri. Articolo di Nicola Mirenzi, Gli Altri, p. 12.
Ascolta il podcast dell’intera puntata – Il brano di oggi è Line Up di Lennie Tristano
Minima&moralia è una rivista online nata nel 2009. Nel nostro spazio indipendente coesistono letteratura, teatro, arti, politica, interventi su esteri e ambiente
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Il 9 su Repubblica c’era un’intervista di Francesco Erbani a Pietro Barucci, architetto noto soprattutto per aver progettato alcuni famigerati complessi di edilizia ultrapopolare romana: Laurentino 38, Tor Bella Monaca, Quartaccio, Torrevecchia. L’occasione dell’intervista erano i suoi 90 anni. L’ho letta e riletta, mi ha molto colpito. Non credo mi sia mai capitato di leggere parole tanto lucide e consapevoli in un vinto. Ma forse non l’avevo proprio mai letta, un’intervista a un vinto.
http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2013/01/09/edilizia-impopolare-sognavamo-le-new-town-senza.html?ref=search
Di Barucci non sapevo nulla prima di questa intervista. Naturalmente avevo letto critiche, e, come tutti, criticato a mia volta le architetture ad alveare, i casermoni-dormitori, le istituzioni totali criminogene… e proprio questa contraddizione, fra le critiche accumulate nel tempo contro una persona la cui esistenza nemmeno immaginavo – un capro espiatorio tanto ideale che postularne l’esistenza mi sarebbe parsa una semplificazione eccessiva -, e l’impressione tragica che mi ha fatto nell’intervista, mi hanno fatto venire in mente un personaggio shakespeariano… tragico, isolato, forse grande di una grandezza trascorsa, o forse mediocre. Quando tutti, anche i centenari in overdose di multicentrum, si affannano a “stare al passo coi tempi”, a rincorrere o invidiare o consigliare i giovani e la contemporaneità, a buttarsi in rete, in ogni caso a correre… quest’uomo va a Bilbao, vede il museo di Gehry, e non si sente più in grado di fare l’architetto.