L’unico sbaglio di Dio
(Mi pento di aver fatto l’uomo. — Genesi, 6)
Io che sono un’ignorante e so così poco,
Poco della vita e ancora meno di Dio,
Una cosa la so:
Che la felicità è prevista e possibile,
Che tutte le cose semplici e primitive hanno vita piena
Tranne l’uomo,
Che tutti sulla terra sono felici per natura
Tranne l’uomo.
Senza libri o scuole, tradizione o filosofia
Dentro il mio cuore so
Che l’odio è sbagliato,
L’ingiustizia è male.
Il dolore e le lacrime, la sofferenza e la morte
Sono inevitabili, ma non così
L’intolleranza, la cattiveria, la crudeltà,
A patto che gli uomini non scelgano
La volgarità e la meschinità, che non vengono dalla Natura
Ma unicamente da noi.
E a volte penserò a Dio che guarda giù
Con sorriso amorevole, e dice
“Povero figlio, povero figlio, forse ho sbagliato
A darti la ragione e il libero arbitrio
Per gestirti la tua vita a modo tuo.
Per tutto il resto
Come si fa coi bambini ho stabilito io
I loro giorni semplici, a te invece
Ho dato il dono Divino di scegliere,
A te che saggio non eri — e infatti guarda come hai scelto,
Povero figlio, tra tutti quanti il solo
Infelice sulla terra.”
***
Oodgeroo Noonuccal per oltre mezzo secolo ha fatto della sua vita e della sua scrittura un esempio di attivismo politico: artista, educatrice, poeta, scrittrice è la prima voce di colore a pubblicare poesia in Australia, una delle eroine che hanno lottato per la giustizia degli aborigeni negli anni Sessanta. Grande è stata l’influenza che la sua scrittura ha creato nella poesia di ogni parte di mondo: ha portato bellezza poetica e conoscenza sociale, consapevolezza sulla tragica situazione degli aborigeni. La sua poesia è come l’autrice viene descritta, o si vede in video, forte, diretta, convinta, senza giri di parole e senza tentennamenti: liriche che condensano il passato nel presente con l’intento di aprire un futuro laddove pare non ci sia. L’importanza della terra, della parola, del respiro, della vita della terra, la spiritualità della natura strettamente lega a quella dell’uomo e il legame tra le persone, sono i fili conduttori dei suoi versi. Sono versi di denuncia, di pacata descrizione, di bellezza di ogni cosa, di delusione verso il genere umano, di supporto: «Quando i vili sghignazzano perché ho la pelle scura / Chi se ne cura. / Ma quando un bambino deriso rincasa in lacrime, /un’impetuosa rabbia s’infiamma. / La segregazione! Mostra la tara mentale / del tipo più bestiale».
Oodgeroo Noonuccal, My people. La mia gente, a cura di Margherita Zanoletti, Mimesis, Sesto San Giovanni, (MI), 2021
Anna Toscano vive a Venezia, insegna presso l’Università Ca’ Foscari e collabora con altre università. Un’ampia parte del suo lavoro è dedicato allo studio di autrici donne, da cui nascono articoli, libri, incontri, spettacoli, corsi, conferenze, curatele, tra cui Il calendario non mi segue. Goliarda Sapienza e Con amore e con amicizia, Lisetta Carmi, Electa 2023 e le antologie Chiamami col mio nome. Antologia poetica di donne vol. I e vol. II. Molto l’impegno per la sua città, sia partecipando a trasmissioni radio e tv, sia attraverso la scrittura e la fotografia, ultimi: 111 luoghi di Venezia che devi proprio scoprire, con G. Montieri, 2023 e in The Passenger Venezia, 2023. Fa parte del direttivo della Società Italiana delle Letterate e del direttivo scientifico di Balthazar Journal; molte collaborazioni con testate e riviste, tra le altre minima&moralia, Doppiozero, Leggendaria, Artribune, Il Sole24 Ore. La sua sesta e ultima raccolta di poesie è Al buffet con la morte, 2018; liriche, racconti e saggi sono rintracciabili in riviste e antologie. Suoi scatti fotografici sono apparsi in guide, giornali, manifesti, copertine di libri, mostre personali e collettive. Varie le esperienze radiofoniche e teatrali.
