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Nuova puntata della serie di Maurizio Cotrona: il racconto di un progetto che intende produrre editoria a fumetti a Taranto. Qui le parti precedenti.

2 settembre 2021

Pensieri notturni: la letteratura scritta è un animale feroce nascosto in una grotta, il cinema è un giaguaro, il fumetto è un canguro.

Nella letteratura scritta non vedi niente, devi fidarti della testimonianza di chi è entrato nella grotta e ricavarne la tua personale immaginazione. Il cinema è la ripresa, al rallentatore, della corsa di un giaguaro. La meraviglia di un movimento continuo in cui ogni gesto è visibile, fluidamente legato al successivo: spettacolare, ma tu devi solo guardare. Il fumetto è a metà. Un canguro con le zampe sporche d’inchiostro, ormai scomparso alla vista. Ci sono le tracce da osservare, il compito di immaginare i salti è riservato a chi legge.

Colazione, con l’intrattenimento di una barzelletta mattutina di Bimbo 1. Cosa dice un carabiniere a un armadillo? Hai un arma, dillo! Il suo repertorio migliora. Intanto  ho quasi terminato “Yoga”, a pagina 120 Carrère mi solletica con un dubbio: essere uomini migliori aiuterebbe a diventare scrittori migliori? Scrivo sul margine della pagina la parola “viceversa”. Essere uomini migliori, aiuterebbe a smettere di scrivere.

4 settembre 2021

Chiamo i compari,  Antonio risponde  e sospira nella cornetta. Tranquillo, la ciano di Camerette è in arrivo. Gian Marco mi conferma l’appuntamento di editing odierno: è il turno di Rocco Casulli, i nostri motori, in questo periodo, rombano per lui.

Il fumetto di Rocco, “Ritagli di giornale” ha un incipit che è una bomba, un incipit talmente forte da essere diventato un incubo per il suo autore. Il fumetto racconta la storia di Diana, un’anziana signora che ha trascorso chiusa in casa gli ultimi sessant’anni della propria vita. Conosce il mondo solo attraverso il giornale a cui è abbonata e di cui è avida lettrice, nonché collezionista. La sua quiete domestica, fatta di ritagli di giornale e di una minuta routine quotidiana, viene interrotta il giorno in cui smette di ricevere il quotidiano a casa.  La ricerca di un’edicola la costringe ad affrontare le proprie paure e avventurarsi nel terribile/meraviglioso mondo esterno.

In particolare c’è una tavola, la numero 6, che piazza l’asticella del valore di questo fumetto molto molto in alto. A tavola 5 vediamo la piccola/adorabile Diana,  intenta a leggere e ritagliare i suoi adorati giornali. La tavola 6 racconta una transizione da maestri del fumetto: in sole quattro vignette, trascorrono più di sessant’anni per la piccola Diana e la cosa è raccontata con estrema naturalezza.  Nella prima vignetta vediamo le dita minute di Diana bambina tenere un giornale,  inquadrato dalla sua soggettiva, con la testata in primo piano. Le vignette successive sono a prima vista identiche alla prima, ma le dita di Diana crescono e poi invecchiano, così come le tastate e le notizie dei giornali si adeguano allo scorrere dei decenni.

A Tavola 7, oilà, troviamo la Diana settantenne che, in perfetta continuità con la Diana bambina, continua a leggere e ritagliare i suoi giornali. Il tempo è passato, lei è invecchiata ma è rimasta incastrata nella sua rutine.

Le prime tavole di “Ritagli di giornale” stanno facendo faville con i Cervotti (i nostri lettori di fiducia), leggo a Rocco i giudizi lusinghieri che il suo fumetto ha ricevuto:

“Stupendo, grazie di averlo condiviso. Nessun’altra osservazione se non, per favore, non cambiatelo!”

“Bellissimo l’uso del bianco.”

“Delicato e sorprendente, una gemma fuori stagione.”

“C’è atmosfera, ritmo, tanta dolcezza… e ci si commuove sin da queste prime tavole.”

La mia speranza sarebbe quella di tirare Rocco su di morale, ma – mentre leggo – lo vedo piegarsi davanti a me, come se ogni complimento fosse un macigno cascato sulla sua schiena.

SOS factory, Rocco sta mettendo alla prova la tenuta della nostra macchina, io e Gian Marco cogliamo immediatamente la delicatezza del momento.

Trovare il modo di sostenere Rocco senza essere invasivi, questa è la sfida. Gian Marco ne parla usando la metafora degli argini di un fiume (noi siamo gli argini, Rocco il fiume) io parlo di reti di sicurezza (quelle dei trapezisti): Rocco deve  potersi gettare, senza la paura di farsi male.

Ci concentriamo sulla scena più difficile, noi sappiamo che Rocco ha tutti gli strumenti per realizzarla, dobbiamo solo renderlo consapevole. È la scena in cui Diana esce di casa per la prima volta, dopo sessant’anni di autoreclusione. C’è da rendere adeguatamente l’impatto sensoriale (l’uscita di Zanna bianca dalla grotta in cui è nato, è un punto di riferimento), il sovraccarico luminoso e acustico, lo scontro immediato con il trauma che ha originato la reclusione, l’incontro con Matteo (il comprimario della storia), l’introduzione all’ambientazione meridionale del fumetto… tutto da raccontare in modo sintetico e, allo stesso tempo, assimilabile con naturalezza dal lettore. Gian Marco gli fa notare che ha frammentato troppo la gabbia di alcune tavole (“hai lasciato il caps-lock delle vignette acceso”, dice), io gli chiedo di cercare un elemento iconico concreto evocativo del trauma di Diana, che possa prendere vita ed essere deformato in una forma mostruosa. È la terza volta che Rocco, presenta nuovi storyboard per questa scena e, anche oggi, dobbiamo invitarlo a osare di più. Lo spingiamo a inventare qualcosa, per saltare a piè pari i nostri “no, così ancora non basta”. Diamo tempo al talento, quello a Rocco non manca e il tempo è tutto ciò di cui ha bisogno.

Disegni tratti da “Ritagli di giornale”, di Rocco Casulli.

 

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Autore

mcotrona@minima.it

Maurizio Cotrona è nato a Taranto nel 1973. Esordisce nel 2006 con il romanzo "Ho sognato che qualcuno mi amava" (Palomar). Nel 2011 pubblica "Malafede" (Lantana, Premio Puglialibre come miglior romanzo) e nel 2015 "Primo" (Gallucci HD, vincitore del premio del gruppo GEMS “Io Scrittore”). Il suo ultimo romanzo è Il figlio di Persefone (Elliot edizioni, 2019). Co-direttore editoriale di "Ottocervo edizioni", è maestro della scuola di lettura per ragazzi “Piccoli maestri".

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