(È uscito in questi giorni per Mondadori La verità su tutto, nuovo romanzo di Vanni Santoni. Ne pubblichiamo un estratto dalla quarta parte, su gentile concessione dell’editore.)

 

Ritrovai Girolamo il giorno dopo, a colazione: stava seduto in fondo al tavolo della cucina, con tutt’altro atteggiamento: se prima era spiritato, ora era tutto mogio; dove prima gli occhi brillavano come per continue intuizioni, ora apparivano velati da una pertinace perdita di speranza, tanto che ci misi un po’ ad accostarlo di nuovo, come se quella così decisa tristezza formasse un’aura capace di respingere chiunque.

Vedi, cara Cleopatra – è Antonio a intervenire, a venirmi accanto e mettermi la mano ossuta sulla spalla –, il nostro amico Girolamo oggi è tornato a -24.
-24?
Conosci la scala Lilly/Gurdjieff? Girolamo l’ha riprogettata – la parte numerica, si capisce, ma solo per chiarezza, la vibrazione di Gurdjieff/Ichazo, da 3 a 768, pareva poco immediata; lo spettro di Lilly, che da +3 saliva a +/-48 e poi da -48 scendeva (o saliva?) a -3, confondeva…
Non penso di…
…Capire? Eh, per forza, devo ancora spiegare.
 In ogni caso, disse Girolamo ad Antonio, alzando gli occhioni a mezzo tra Kafka e un cucciolo dei cartoni animati, sto a -12, non a -24. Del -24 sono magari lo sfortunato nunzio, aggiunse con un mezzo sorriso a labbra strette.
Deve esserci da qualche parte una mascherina, una legenda… disse Antonio, e andò a scartabellare nei cassetti della credenza. Se solo Alejandro non cambiasse sempre di posto a tutto, pentole, coperchi, legende… Ah, eccola! Mi portò un volantino color vinaccia e me lo porse:

+24 Fusione con la mente universale, sovrapposizione ātman-brahman; essere uno dei creatori dell’energia dal vuoto. Nel centro spirituale, al di sopra della testa.

+12 Diventare il Buddha. Una sorgente di coscienza, energia, luce e amore. Punto chiaro della coscienza, viaggio astrale con chiaroveggenza, chiaraudienza e telepatia; fusione con altre entità nel tempo. Nel centro mentale, in mezzo alla fronte.

+6 Stato di benedizione, diventare il Cristo, il qutub verde, attuazione di baraka, il ricevere la grazia divina, amore cosmico, energia cosmica, elevata consapevolezza del corpo fisico e di quello sottile, funzionamento ottimale della coscienza corporea e planetaria, essere innamorati, essere in positivo stato energetico da psichedelici. Nel centro emotivo, tra il petto e la gola.

+3 Il livello di coscienza del satori professionale, o di base. Tutti i programmi necessari sono nell’inconscio del biocomputer e operano in modo automatico; il sé si perde e si ritrova in piacevoli attività che conosciamo bene e che ci piacciono. Meditazione svolta a livello elevato. Stato positivo di flusso. Nel centro motorio, nel ventre.

0 Lo stato neutro del biocomputer; lo stato ideale per l’assorbimento e la trasmissione di idee, per ricevere e trasmettere nuovi dati e nuovi programmi; insegnare e imparare con facilità, in uno stato né negativo né positivo, neutro. Coi piedi sulla terra.

-3 Stato negativo. Fastidio, dubbio, tensione. Fare quel che abbiamo da fare, ma in uno stato di dolore o colpa o tensione. Come aver bevuto troppo alcol, o assunto una piccola quantità di oppiacei, o trovarsi nei primi stadi della mancanza di sonno.

-6 Stato corporeo estremamente negativo, mentre si è ancora nel corpo; come un attacco di emicrania, in cui la coscienza si contrae e si inibisce, e resta presente solo in relazione al proprio dolore. Il dolore o l’ansia sono tali che non si riesce a lavorare e a fare i propri compiti. Si pone una limitazione su di sé, si è isolati, in cattivo stato interiore.

-12 Simile a +12, ma estremamente negativo. Una situazione purgatoriale, in cui si riesce a essere al massimo una sorgente puntiforme di energia e coscienza in mezzo al vuoto. Dolore, colpa, paura. Preponderante mancanza di senso.

-24 Come +24, nel senso che si è sì fusi con altre entità per tutto l’universo, ma esse sono tutte cattive e siamo anche noi cattivi e insignificanti. Questa è la quintessenza del male, il più profondo degli inferni che si possa concepire. Nessuna speranza in tale stato.

Dove stavo, io, in quel momento? Forse sullo zero: l’unica vera tensione che avvertivo era il pensiero della possibilità di una tensione… Dove ero arrivata a Macinaia, vogliamo dire +7, +8? Non era neanche male, a vedere come stava un sacco di gente… Ma che importanza aveva come stava la gente, a parte il fatto politico, più che spirituale (o politico proprio perché spirituale?), che sarebbe meglio far stare bene tutti? Girolamo si era chiuso di nuovo nella sua nera assenza di speranza. Provai a parlargli:
Come sei arrivato qui, poi?
Io? Puah. Ho scritto un libro. Mi pesa molto.
Come s’intitola?
Mi fa male anche solo dirlo.
Va bene, dissi alzando le mani e facendo un mezzo passo indietro.
Ma no, ma no. Sono qui per superarlo, è inutile scansarlo alla prima visitatrice. Si intitola Hitler: il precursore.
Sai che forse l’ho visto…
Sicura non si trattasse di Hitler precursore? Libro dal titolo simile al mio Hitler: il precursore, e mi permetto di dire meno significativo – sebbene, ne sono certo, non abbia cagionato al suo autore ciò che il mio ha cagionato a me. Dove l’avrebbe visto, mi dica.
In dipartimento.
Lei è un’accademica? Puah, disse, e sputò in un posacenere, detergendosi poi la bocca col dorso della mano, notavo solo allora, pezzata di bianco per la vitiligine.
Non più, dissi, scoprendomi raggiante. (È stato lì che la mia “pausa” si era concretizzata in un addio assoluto e permanente? O già quando dissi “lasciato” a Laura?)
Poniamo fosse il mio: lo ha letto?
No, l’ho solo visto nello scaffale di qualche associato.
Meno male, meno male. Vede, in quel mio testo, che purtroppo ha avuto una sua moderata diffusione, sostenevo che, contrariamente a quanto non si creda, Auschwitz non è la fine, ma l’inizio di un’epoca. Il lager, la schiavitù di massa, il diritto del più forte a saccheggiare e schiavizzare, e il dovere, capisce, il dovere, del più debole di venire saccheggiato e schiavizzato, e in ultimo eliminato, sarebbe un modello per il ventunesimo secolo.
Questo renderebbe il Novecento un secolo davvero breve.
Lei scherza. Segno che ha ancora la forza di farlo. E che non mi prende sul serio. Che non OSA farlo!, e a quell’“osa” Girolamo sgranò gli occhioni e si alzò in piedi. Poi si sedé di nuovo. Sospirò: Provi a immaginare, un intero mondo futuro progettato secondo il paradigma del lager. Cosa abbiamo fatto, del resto, appena c’è stata un’emergenza di massa, appena qualche milione di persone si è messo a migrare? Campi! Nonostante Auschwitz, la prima cosa che ci è venuta in mente per risolvere un problema sono stati i campi di concentramento.
Guardi, sono la prima a dire che i CIE sono una vergogna ma, insomma, bisogna sempre essere cauti prima di paragonare qualcosa ad Auschwitz…
Ma allora non vuole capire!, disse schizzando in piedi.
Perdoni, so dove vuole arrivare: il controllo totale dei corpi e l’annullamento delle menti, il campo di concentramento come realizzazione ultima – se non massima – dello Stato in quanto tale…
Già meglio, disse Girolamo rimettendosi a sedere. Realizzazione ultima ma non: superata. Del resto sarà d’accordo che Hitler non era che un’eggregora… Sarò breve, signorina: questo mio libro ha disegnato una possibilità. Disegnandola, facendola uscire dallo stato di latenza in cui versava, ancora chiusa nella scatola della mia mente, l’ha resa possibile. Capisce? Possibile.
Ma un libro come il suo – immagino eh, aggiunsi, e azzardai un sorriso che Girolamo non raccolse – avverte di questo pericolo, no? Quindi di fatto ci aiuta a evitarlo…
No! Lo ha reso pensabile, e quindi possibile! Devo cancellarlo, cancellarlo… Se sono in tempo: tutto si muove così velocemente, ormai. E per il peggio, naturalmente: per il peggio.

 

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vanni.santoni@gmail.com

Vanni Santoni (1978), dopo l'esordio con Personaggi precari ha pubblicato, tra gli altri, Gli interessi in comune (Feltrinelli 2008, Laterza 2019), Se fossi fuoco arderei Firenze (Laterza 2011), la saga di Terra ignota (Mondadori 2013-2017), Muro di casse (Laterza 2015), La stanza profonda (Laterza 2017, dozzina Premio Strega), I fratelli Michelangelo (Mondadori 2019), La verità su tutto (Mondadori 2022, Premio Viareggio selezione della giuria), Dilaga ovunque (Laterza 2023, Premio selezione Campiello). È fondatore del progetto SIC (In territorio nemico, minimum fax 2013); per minimum fax ha pubblicato anche Emma & Cleo (in L'età della febbre, 2015) e il saggio La scrittura non si insegna (2020). Scrive sul Corriere della Sera. Il suo ultimo romanzo è Il detective sonnambulo (Mondadori 2025).

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