1desire

È un’area vasta, grande, che si estende per un isolato intero, che non riesco a quantificare in metri quadrati, con un perimetro che a percorrerlo a piedi ci metti parecchi minuti. Dall’alto di via dei Lucani si vedono, le vediamo da anni, le vediamo da sempre, baracche, tetti in lamiera, edifici abbandonati, scheletri in costruzione, qualche impalcatura e una gru smontata da poco tempo, rimasta in piedi a lungo, minacciosa, inutile e incombente. Tra gli edifici bassi spuntano alberi e vegetazione spontanea. Puoi immaginarci un parco, un’area verde, o uno spazio da riconsegnare al quartiere, alla città, senza neanche troppi sforzi visionari. Dovrebbero pensarci gli urbanisti. Invece è lì tra quelle postazioni sfatte che è morta per overdose una ragazza di sedici anni, si chiamava Desirée, dopo aver subito uno stupro di gruppo.

Siamo a Roma, nel quartiere San Lorenzo, il quartiere delimitato dalla ferrovia che porta alla vicina stazione Termini, e poi dall’università La Sapienza e dal cimitero del Verano. È il quartiere degli studenti e della movida, come dicono i giornali e come indicano le decine di locali e localacci che affollano le strade. Ma è anche il quartiere delle librerie indipendenti – in via dei Campani c’è Anomalia, un centro di documentazione anarchica, e poi Giufà, e poi più avanti Assaggi, oltre alle librerie universitarie. La facoltà di psicologia è qui dentro, ricavata negli edifici dove un tempo c’era la birreria Wuhrer e il pastificio Cerere. C’è il parco dei caduti, perché su queste case piovvero le bombe degli angloamericani e morirono millecinquecento persone – era il 19 luglio 1943; pochi giorni dopo Mussolini venne dimissionato. C’è il cinema Palazzo occupato anni fa, in piazza dei Sanniti, a pochi passi dal ristorante dove Pier Paolo Pasolini consumò la sua ultima cena. C’è la palestra popolare. È un quartiere ad alto tasso di vitalità; pure le mura, parlano, che sia con le scritte, con la street art, parlano le lapidi che ricordano i partigiani caduti, e la sera quando c’è il rumore della musica e delle birre in vetro è un caos talmente disordinato da metterti a dura prova. Anni fa un gruppo di residenti organizzò una pioggia d’acqua per allontanare i ragazzi che affollavano i bar. Per qualche sera a San Lorenzo piovve solo in una strada.

Naturalmente ci sono gli spacciatori – li vediamo perché si fanno vedere, succede nelle grandi città. Il quartiere si ribella. Non è che l’argomento possa essere liquidato in due righe, o in un servizio di due minuti al telegiornale.  Spazi come l’Esc, attivo nel quartiere, hanno presentato da tempo proposte su cui discutere.

Quello che accadeva nell’area dov’è morta Desirée, lo vedevamo, pure. Si diceva di quanto è vasta quest’area abbandonata, un’area che neanche puoi chiamare non-luogo, è inesatto; è uno spiazzo fatto di antri e abbandono. Gli ingressi, si vedevano, pure, come le buche di accesso a una tana. Una delle entrate, la più visibile, fino a pochi mesi fa, dava su via dello Scalo di San Lorenzo, l’arteria più trafficata del quartiere, lì dove passano i tram e dove fluisce gran parte del traffico verso Porta Maggiore. Era lì, ricavata in basso dentro una parete ricoperta da poster e vecchie locandine che si accumulano una sull’altra. Era così visibile da essere sfacciata; guardavamo queste persone che si abbassavano, perché dovevi accucciarti per entrare, e rimanevano lì dentro. Non ho mai pensato che fosse in corso una riunione massonica.

A un certo punto – ma sono passati mesi – quella parete è stata murata. L’ingresso dev’essersi spostato più su, in via dei Lucani. Nessuna, tra le istituzioni, ha mai ritenuto che valesse la pena intervenire, nonostante l’evidenza segnalata da decine di sollecitazioni di chi vedeva. Lì di notte si attivava un viavai di persone che penetravano verso quelle baracche, e lì dev’essere entrata Desirée, e poi non sappiamo ancora cosa sia successo, se non il fatto che non ci è più uscita.

È uno dei primi “non sappiamo” che scrivo. Perché, a pensarci bene, sappiamo cosa funziona e cosa non funziona nelle città, in un quartiere centrale e pulsante come San Lorenzo. Lo sanno i cittadini che ci abitano, lo sanno le associazioni e chi discute, lo sa chi vuole approfondire le questioni che riguardano la vita di una città. Sapevamo, poi, che lì dentro accadeva di tutto, che era una zona in questo autenticamente franca, con regole e meccanismi oscuri. Avremmo dovuto sapere come fare per sfilare quella zona a quei meccanismi oscuri.

Non esistono molti aggettivi che vadano oltre “squallore” per definire la puntata del ministro dell’Interno in via dei Lucani, questa mattina, per dimostrare “la presenza dello Stato” o per promettere repressione. Il quartiere ha risposto: e non è stata una reazione scontata, perché in questi mesi il ministro gode di una popolarità mediatica dirompente, complice il clima tossico alimentato da campagne di odio razziale dagli argini ridotti. Ecco, un argine stamattina lo abbiamo visto; decine di persone hanno impedito al ministro di inoltrarsi nel quartiere, respingendo la messinscena,non lasciando che si appropriasse di un set buono per una diretta nei telegiornali all’ora di pranzo. Nel frattempo il sindaco della città sembra non abbia trovato di meglio che lanciare un’ordinanza anti-alcol dopo le 21 di sera. Come si possa pensare che questa possa essere una risposta è fuori da ogni ragionamento logico; è un provvedimento talmente inutile da apparire umiliante per l’intelligenza di chi lo ha partorito – il nuovo ridicolo segnale di un’amministrazione che continua a fallire su tutta la linea.

Venerdì alle 18, a piazza dell’Immacolata, il quartiere di San Lorenzo manifesterà per ricordare Desirée, prima di tutto. E per provare a innescare, si spera, un ragionamento su come occorra ripensare la vita nelle città, scampando dalla trappola della repressione.

Condividi

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Autore

gavroche1983@yahoo.it

Liborio Conca è nato in provincia di Bari nell'agosto del 1983. Vive a Roma. Collabora con diverse riviste; ha curato per anni la rubrica Re: Books per Il Mucchio Selvaggio. Nel 2018 è uscito il suo primo libro, Rock Lit. Redattore di minima&moralia.

Articoli correlati