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di Christian Raimo
Carlo Verdone in un’intervista lo scorso anno disse che l’elemento dirompente che la sua generazione di comici intercettò era stato il femminismo: non si potevano più raccontare le relazioni nella commedia all’italiana con le allusioni machiste, il cameratismo, l’indulgenza sulla violenza fisica e simbolica. La generazione della Smorfia, di Nichetti, di Moretti, dei Giancattivi, aveva a che fare con donne emancipate, autodeterminate, libere, che ridicolizzavano uomini imbelli, incapaci di esprimere il desiderio, mammoni, paralizzati da fisime e da ruoli, incolti, caricaturalmente aggressivi.
Veronica Miriel (Marisol di Un sacco bello) è un personaggio dirompente per la commedia all’italiana, e Verdone stesso racconta come la scena del bagno nella piscina dello zoo la rifece tale e quale a Piazza Navona fottendosene dei romani allupati. Come è bellissimo il personaggio di Marta (Fiorenza Marchegiani) in Ricomincio da tre: Massimo Troisi accetta di fare da padre a un figlio che non sa se è suo. 1981, per molti ancora anni luce.
La fine degli anni settanta e l’inizio degli anni ottanta sono gli stessi anni in cui Grillo emerge come comico – il successo di trasmissioni come Te la do io l’America, Te lo do il Brasile: è abbastanza impressionante rivederle. Qui a minuto 8 fa la presunta caricatura degli ebrei e dei neri con un razzismo e un antisemitismo che persino negli anni ottanta era disturbante:
Soprattutto Grillo non mette mai in discussione come comico e come politico il maschilismo della commedia all’italiana, non la rinnova, il femminismo è come se non fosse esistito, la sua idea di maschio rimane inalterata, il suo modello di femminile ugualmente (2012: “Metteremo in parlamento donne coi coglioni, che mantengono delle famiglie, dei figli, non donnicciole che ci sono adesso”). Per non citare ovviamente l’episodio in cui incitava alla violenza sessuale contro Laura Boldrini (2014).
Quando ieri ho visto il video di Grillo con il suo paternalismo tossico, violento, il suo cameratismo fascista, la prima reazione che mi è venuta in mente è quella di Fiorenza di Un sacco bello (Isabella De Bernardi).
Mario Brega, il padre di Ruggero, sente raccontano la scena di sesso e amore libero che Ruggero e Fiorenza descrivono insieme della comune. Sesso in una piscina, come nella scena descritta da Grillo, il figlio gli amici del figlio e la ragazza che li accusa di stupro. Brega è un padre come Grillo.
“Ma interesse de che?”, sbotta Brega, “tutti dentro sta piscina co sti cosi de fori, ma ‘n padre po’ ave’ ‘n fijo così, senza ‘na casa, senza ‘na famiglia, con le pezze ar culo, ai semafori a chiede l’elemosina, e co sta stronza che so due ore che sta a masticà, ma che te ciancichi, ao?”
“Guarda”, gli ribatte Fiorenza, “che io a mi’ padre j’ho già sputato ‘n faccia, attento fascio che nun ce metto niente”.
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Aggiungerei l’idealizzazione – che Grillo fece in una intervista del 2012 – della condizione femminile in Iran (“la donna al centro della famiglia”).
Aggiungerei anche la presenza della moglie di Grillo, nella loro villa in Costa Smeralda, che riferisce “dormivo nella stanza accanto e non ho sentito nulla”.
Una famiglia modello.
“Antioco tiene fame”
comunque citare questa scena tagliando la reazione del brega mi pare vagamente manipolativo.
e dove sarebbe il razzismo a parte l’espressione “negro” consueta all’epoca, pure Pino Daniele la usava con disinvoltura?
Raimo mi sa che tu sei comunista così (fa il gesto dei mignoli alzati)
A Raimo viene un’ erezione quando c’è da attaccare i 5stelle.
Va un po’ in difficoltà sulla Raggi perché essendo una donna non può attaccarla apertamente, altrimenti farebbe la figura del maschilista, e per uno di sinistra si sa che l’immagine del politicamente corretto è fondamentale.
Però su Grillo si entusiasma, Grillo sta al radical chic come youporn sta all’onanista incallito.
Metà di questo sito è fatto da articoli di Raimo che spiega agli altri cosa, quando e come devono pensare.
L’altra metà del sito invece è leggibile e interessante.
“A zoccolé…”