In

Pubblichiamo un estratto dall’introduzione di Angelo Tonelli al volume “Negli abissi luminosi. Sciamanesimo, trance ed estasi nella Grecia antica“, di cui è anche il curatore. Ringraziamo l’autore e la casa editrice per la gentile concessione.

di Angelo Tonelli

Nella nostra epoca – contrassegnata dal trionfo della tecnica e della scienza sempre più saldate in un binomio che esalta la dimensione della razionalità funzionale – è già in atto una scissione dell’interiorità, che è destinata a crescere esponenzialmente con la rivoluzione cibernetica in corso di intensificazione, rivoluzione che costringe e costringerà sempre di più gli umani a potenziare il “pensiero meccanico”, ovvero un lógos riduttivo e segmentato, privato del suo respiro cosmico, a tutto svantaggio di quella che Jung chiamava anima, e di quello che i Greci chiamavano noûs. Per non dire degli effetti devastanti della gestione plutotrogloscientistica dell’epidemia di Coronavirus, che rischia di diventare occasione per una dittatura tecnocratica e vieppiù disanimante su un’umanità già disumanizzata oltre misura.

Questo libro vuole essere un contributo alla ricomposizione di questa unità interiore individuale e collettiva. In altri termini, in Occidente e nel resto del mondo assoggettato al modello occidentale, si è assistito nel corso della storia e negli sviluppi della cultura, ovvero della mente collettiva, a un progressivo “furto d’organo”: ovvero a una castrazione antropologica dell’umanità, vale a dire all’amputazione del centro più profondo degli individui che li connette all’armonia segreta del cosmo. Ciò è avvenuto attraverso il silenziamento, o la caricatura o la ghettizzazione di tutte le esperienze mistiche, iniziatiche, sapienziali ben radicate nel nostro Occidente greco e magnogreco, a sua volta originariamente connesso con il sostrato sciamanico e sapienziale eurasiatico.

In questo consiste l’inattuale attualità delle esperienze sciamaniche, mistiche e sapienziali di cui qui si tenta di offrire una significativa sintesi al lettore che non si accontenti di una politematica escursione nell’antropologia del mondo antico, ma miri a cogliere vertici coscienziali e abissi luminosi e numinosi che i nostri padri e madri spirituali sapevano elicitare ora in lampeggiamenti e folgorazioni estatiche, ora in vertigini mistiche e iniziatiche. E condensarle nelle voci più alte della Sapienza, da Pitagora a Eraclito a Empedocle a Parmenide. E altri ancora.

E altre: nonostante ci siano giunti ben pochi nomi di sciamane e donne di Sapienza (la Diotima maestra di Socrate sulle cose dell’eros, e Saffo, insieme poetessa orfica e guida spirituale di un tiaso consacrato ad Afrodite, per indicare le più conosciute), abbiamo testimonianze cospicue su cerchie iniziatiche femminili (le Baccanti, sciamane di Dioniso, e le Pizie, sciamane profetiche delfiche2), e su feste sacre dedicate a divinità femminili e officiate prevalentemente da donne, come le Afrodisie, le Agrionie, celebrate dalle Baccanti, le Alee e le Arreforie in onore di Atena, le Anteforie, dedicate a Demetra e Persefone, le Artemisie, le Carie e le Brauronie per Artemide, le Koree e le Demetree per Kore e Demetra, e così via. Tutto questo rinvia a una grande tradizione sciamanica e sapienziale matriarcale precedente il patriarcato, secondo gli studi di Bachofen e Marija Gimbutas e più recentemente di Heide Goettner-Abendroth e Ingrid Straube.

Per i Greci il noûs, già in Parmenide, Eraclito, Empedocle, e poi in Aristotele, Platone, e ancora più tardi in Plutarco, negli Oracoli caldaici e nel Neoplatonismo, è l’intuizione profonda, l’“occhio dell’anima”, il fulcro dell’interiorità individuale che tutto connette e ricompone nel Grande Uno. È il distillato sapienziale di esperienze – e non percorsi intellettuali – sciamaniche, meditative, contemplative che coinvolgono sangue e sentire, pensiero ed emozione dilatando i confini dell’organismo psicocorporeo ed egoico (il luogo del principium individuationis) fino a traboccare – nella trance dionisiaca, nell’ékstasis apollinea – in un Oltre che è interiorità profonda del singolo che si rovescia in profonda cosmicità del medesimo: coscienza oceanica, luogo in cui il singolo coincide con l’Uno, o meglio in cui l’Assoluto che è nel singolo è ipso facto l’Assoluto che è nell’Uno e di cui l’Uno è nome, perché dell’Assoluto non si può predicare nulla.

A questo stato di coscienza approssimano lo sciamanesimo e le esperienze di trance ed estasi della Grecia antica, ma anche musica e danza e poesia, con diversi gradi di intensità, e diversi approcci.

[…]

Ovunque, dall’India alla Cina, al Tibet, all’Africa, alle Americhe, all’Australia, all’Europa, negli albori della civiltà, prima ancora dell’affermarsi della scrittura, compaiono le figure dello sciamano e della sciamana, uomini e donne dello spirito, mediatori e mediatrici tra il visibile e l’invisibile per conto della comunità, guaritori e guaritrici, esperti di farmaci e incantamenti, guide spirituali.

Lo sciamanesimo non è una religione, ma un insieme di pratiche e credenze che gravitano intorno a varie tecniche dell’estasi, cerimonie e rituali che favoriscano il contatto diretto con essenze soprannaturali allo scopo di recare benefici ai singoli e alla comunità di cui lo sciamano o la sciamana fanno parte: lo sciamano, sempre benefico, è medicine man, che diagnostica malattie grazie all’aiuto degli spiriti, e sempre grazie al loro ausilio favorisce la guarigione, volando con il corpo astrale in altre dimensioni per recuperare l’anima del malato rubata dalle entità sfavorevoli; oppure, se il malato ha subìto l’intrusione da parte di uno spirito, si adopera per liberarlo dall’intruso, con il soccorso dei suoi spiriti adiutori che spesso hanno forma di animali, o degli antenati. È anche capace di divinare il futuro, accompagnare, in qualità di psicopompo, i defunti nell’aldilà, di propiziare magicamente il buon esito della caccia, di sovrintendere a riti sacrificali.

Condividi

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Autore

redazione@minimaetmoralia.it

Minima&moralia è una rivista online nata nel 2009. Nel nostro spazio indipendente coesistono letteratura, teatro, arti, politica, interventi su esteri e ambiente

Articoli correlati