Questo breve diario in frammenti di Christian Caliandro è stato scritto durante l’inaugurazione di Re Place 2, visitabile in sedi varie de L’Aquila fino al 31 dicembre.

Non c’è forse luogo, oggi, che ritragga così fedelmente lo stato d’animo collettivo dell’Italia. Le vibrazioni negative che percuotono l’immaginario. È un tipo speciale di negatività: una negatività a cui purtroppo ci si abitua, a cui si fa il callo. Non è neanche rassegnazione; è fare dell’emergenza, e della straordinarietà, e poi della precarietà, la normalità della vita.
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Mentre l’Italia intera si avvia placidamente (forse) verso il crollo, c’è una città che ha già compiuto questa esperienza dolorosa.
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Prefigurazione del mood generale, del clima psichico in cui è sprofondata prima lentamente, poi sempre più velocemente, l’Italia intera: materializzazione. Come i paesaggi psicologici dell’Ottocento romantico, che sulla pagina o sulla tela riflettevano lo stato d’animo del protagonista.
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La tristezza compressa. Le lenzuola con le scritte commemorative appese a coprire le crepe sui muri dei bar storici. Tutto questo annuncia il nostro futuro, il futuro di tutti noi, che si intravede già nel presente.
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Rabbia. Questi provano rabbia. Perché tutti gli altri non provano la stessa rabbia?
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Anche i cani sono impazziti: sembrano tutti cani randagi messi improvvisamente al guinzaglio. A tradimento.
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Col buio, alle porte del centro, sembra quasi una città normale. Intatta. Placida.
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L’Aquila è la capitale spettrale d’Italia.
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“Io resto perché voglio avere gli stessi disagi che hanno gli altri.” (allievo/a del liceo scientifico A. Bafile, su un post-it)
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In corso Vittorio Emanuele, un giovane barbone seduto per terra cantilena: “…sotto le macerie. Dovete morire tutti, sotto le macerie. Dovete morire tutti, sotto le macerie. Dovete morire tutti, sotto le macerie. Dovete…”
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Il “buco nero” – di cui anche qui parlano in parecchi – è il pozzo oscuro e profondo in cui l’Italia e gli italiani sono precipitati trent’anni fa, e da cui occorre adesso risalire.
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L’Aquila è un esperimento sociale – ma non nel senso comunemente inteso. Gli aquilani vivono già nel nostro futuro: un’estrema privazione fisica e materiale, unita alla riscoperta di tratti essenziali e semplici. Una negatività ricca di potenzialità inattese. Un condensato di dolore e potenza.
Christian Caliandro (1979) è storico, critico d’arte contemporanea e curatore. Insegna presso l’Accademia di Belle Arti di Foggia. Tra i suoi libri: La trasformazione delle immagini. L’inizio del postmoderno tra arte, cinema e teoria, 1977-‘83 (Mondadori Electa 2008), Italia Reloaded. Ripartire con la cultura (Il Mulino 2011, con Pier Luigi Sacco), Italia Revolution. Rinascere con la cultura (Bompiani 2013), Italia Evolution. Crescere con la cultura (Meltemi 2018), Tracce di identità dell’arte italiana. Opere dal patrimonio del Gruppo Unipol (Silvana Editoriale 2018), manuale Storie dell’arte contemporanea (Mondadori Education 2021) e L’arte rotta (Castelvecchi 2022). Dirige la collana “Fuoriuscita” per l’editore Castelvecchi. Dal 2004 al 2011 ha diretto le rubriche inteoria e essai su “Exibart”; dal 2011 cura la rubrica inpratica su “Artribune”. Collabora inoltre con “minimaetmoralia” e “che-Fare”, e dal 2017 dirige insieme a Angela D’Urso La Chimera–Scuola d’arte contemporanea per bambini presso TEX, ExFadda, San Vito dei Normanni (BR). Ha curato numerose mostre personali e collettive in spazi pubblici e privati, tra cui: The Idea of Realism/L’idea del Realismo, American Academy in Rome, Roma (2013); Concrete Ghost/Fantasma Concreto, American Academy in Rome, Roma (2014); Amalassunta Collaudi, Museo Licini, Ascoli Piceno (2014); Sironi-Burri: un dialogo italiano (1940-1958), CUBO-Centro Unipol Bologna (2015); Cristiano De Gaetano: Speed of Life, Fondazione Museo Pino Pascali, Polignano a Mare (2017); Now Here Is Nowhere. Six Artists from the American Academy in Rome, Istituto Italiano di Cultura, New York (2017); le quattro edizioni de La notte di quiete, ArtVerona, Verona, quartiere Veronetta (2016-2019); le sei edizioni del progetto Opera Viva Barriera di Milano, Flashback, Torino (2016-2021); il progetto Artista di Quartiere, Torino (2020); Z/000 GENERATION. Artisti pugliesi 2000>2020, AncheCinema, Bari (2020); Fragile, galleria Monitor, Roma (2021); Cantieri Montelupo, programma di residenze artistiche, Museo della Ceramica, Montelupo Fiorentino (2021).