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27 dicembre 2020

Kap mi ha fatto venire la voglia di rispolverare Rodari. Per ottimizzare il mio tempo, ho scelto “Le avventure di Cipollino” come favola dalla buonanotte, bimbo 1 e bimbo 2, nella stanza da letto più grande, apprezzano.

Siamo dopo il capitolo IX. Sto leggendo “Cipollino comprese che non valeva la pena di fare una discussione sulla luce e sul buio con un talpa, che essendo abituata alla sue gallerie, ed essendo cieca per giunta, doveva avere…  ” quando il maggiore mi dà sulla voce per completare la frase. “…doveva avere sulla questione un parere molto diverso dal suo,” dice. “Questo l’abbiamo già letto tre giorni fa, pa.”

Ha ragione, qualcuno ha spostato il segnalibro. Probabilmente è stata la mia figlia terzogenita (terzogenita in assoluto, primogenita considerando il genere), che dorme nella stanza più piccola. Faccio un salto di quaranta pagine fino al capitolo giusto e riprendo “In men che non si dica, la talpa scavò una larga galleria fino alla forca. Quando la botola si…” “…aprì!” completa la frase mio figlio minore (minore considerando il genere, mediano in assoluto). E cos’altro possono fare le botole chiuse, se non aprirsi?

Messa agli atti la notevole attenzione dei miei figli nell’ascolto delle favole serali, voglio annotare una cosa altrettanto notevole che invece fa Rodari, perché  potrebbe venirmi utile come consiglio per i miei autori. Definisce i personaggi secondari a partire da una singola caratteristica memorabile: c’è la talpa cieca che ha paura della luce,  l’investigatore privato schiavo dei propri strumenti (usa bussola e cannocchiale anche per scovare il proprio letto), il piagnone che, qualsiasi cosa gli vada storta, salta su un armadio e minaccia di buttarsi giù. Rodari aggancia il lettore con un’idea precisa di qualche tipo e, a partire da questa, mattoncino a mattoncino, edifica il personaggio, stratificando caratteristiche che sono conseguenza della prima. In questo modo, arriva alla definizione di caratteri anche complessi, senza mai farti percepire la complessità.

Ho provato a dare il buon esempio in questa pagina, caratterizzandomi come uno che definisce tutto in termini di rapporti relativi, evitando l’illusoria chiarezza dell’assoluto. Chiaro, Kap?

7 gennaio 2021

“La Talpa, continuando a scavare alacremente, non finiva mai di fare gli elogi del buio e di dire quanto odiasse la luce.— Ricordo che una volta, — raccontava, — mi capitò di dare un’occhiata a una candela. Vi giuro che dovetti fuggire a gambe levate: non resistevo a quella vista.

— Eh, sì, — approvava Cipollino, — certe candele fanno una luce abbagliante.

— Ma si figuri, — riprese la Talpa, — che quella candela era spenta. Guai a me se fosse stata accesa.” Ahhhh…  come mi capisce Rodari!

Scarico la nuova proposta di Ivan Appio e sono un po’ preoccupato. Lui è poco più di un ragazzo ma, nei suoi disegni, si intravedono già talento e personalità in abbondanza, e noi non cerchiamo altro. Nell’ultima riunione di factory, però, ci ha illustrato l’idea di voler raccontare una storia di guerra, senza  far esplodere neppure un colpo, e ci ha mostrato delle tavole. Sono belle, ma la sua personalità è scomparsa. Ivan ha pensato a disegnare bene, solo a quello, e non serve a nulla disegnare bene. Io e Gian Marco non abbiamo nascosto i nostri dubbi, “il tuo fumetto manca tanto di personalità quanto di accuratezza”, gli abbiamo detto, e lo abbiamo ingolfato di fonti, punti di paragone, gli abbiamo mostrato i limiti da valicare, abbiamo scosso le certezze del suo mondo, lo abbiamo fatto crollare e gli abbiamo dato un terreno su cui ricostruire.

Scarico il pdf, apro e SHAZAM!, le sue nuove tavole sono una meraviglia. Appio si è ritrovato, ha ritrovato la sua capacità di deformare le cose senza renderle mostruose, anzi, sa portare alla luce una bellezza selvaggia. È per questo che siamo qui, è per questo che esiste Ottocervo. Davanti alle tavole di Ivan – tavole neonate, ancora sporche di placenta – davanti alla vita sbocciata nel nostro grembo,  provo la sensazione di aver vinto una battaglia piccola, ma decisiva, contro il buio, il vuoto e gli anni nemici che stanno arrivando.

(Disegno di Ivan Appio)

 

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