Questo articolo è uscito per «l’Unità».
di Giancarlo Liviano d’Arcangelo
Quando per lasciarsi andare ai più personali percorsi di senso, all’immaginazione libera di luoghi e volti sconosciuti, e fondersi infine alle vite avventurose altrui per amare, compatire o detestare con la fantasia, si poteva soltanto leggere libri, (i pochi che si trovavano a disposizione), la lettura era soprattutto un momento privato, intimo, da praticare in assoluta solitudine. Solo i nobili, come racconta Dostoevskij ne «I Demoni», si riunivano a casa dei mecenati per leggere passi e discuterne. Ma se nel salotto di Varvara Petrovna il principe Stavroghin e Stepan Trofimovic discutevano di questioni morali e politiche, nei circoli dei lettori, nei gruppi di lettura e negli eventi organizzati dai presidi del libro in tutta Italia, sono soprattutto i generi narrativi l’oggetto del contendere, e la lettura è diventata un’attività da condividere con la gente del quartiere, o con chi condivide gli stessi gusti e le stesse passioni. Ed ecco che i veri lettori militanti, quelli che per intenderci formano lo zoccolo duro delle poche centinaia di migliaia d’italiani che leggono più di dieci libri l’anno, si dedicano a un programma di letture organizzato e condiviso. Forse quest’esigenza nasce dal bisogno di difendersi dal mare magnum delle pubblicazioni, o dal marketing editoriale che punta a confondere le acque, con le annunciazioni quotidiane di almeno un paio di capolavori. O forse la chiave della lettura condivisa è semplicemente il bisogno di esprimersi, di abbandonarsi per una parte del proprio tempo libero ad attività che esulino dal meccanismo del culto dell’io alienato e alienante, per riscoprire il piacere dello scambio di idee, opinioni, visioni della vita e credenze, appoggiandosi alla pagina scritta del romanzo. Il Circolo dei Lettori di Torino, nato nel 2006, è stato in Italia un vero e proprio precursore di questo modo d’interpretare la lettura, e oggi, dopo cinque anni di attività, può contare su un esercito di circa trenta mila iscritti, vasto bacino d’utenza cui attingere per le molte attività organizzate. Gruppi di lettura affidati a «garanti» che si occupano di scegliere i materiali e di coinvolgere i lettori sviluppando tematiche a largo raggio, (dalle biografie dei gradi scrittori a conversazioni libere, senza regole, se non quella di parlare dei libri che si sono amati alla follia). E ancora, accostamenti tra musica e letteratura, tra cinema e letteratura, letture di capolavori in lingua originale, letture consumate all’ora del tè o dell’aperitivo, con un pubblico in target con i contenuti sviscerati, più giovane quando si parla di fumetti e purtroppo più anziano quando le letture comunitarie riguardano generi più tradizionali come il romanzo.
È più difficile invece, secondo le parole degli organizzatori, trovare lettori di mezza età, spesso impossibilitati a nutrire la propria mente a causa dello stile di vita frenetico. Il successo del Circolo dei lettori ha fatto, in un certo senso, giurisprudenza. S’è sparsa la voce. Sono molti gli esempi postivi di emulazione, e sono nati circoli coriacei e motivati a Verona e a Perugia, solo per citare i più attivi, mentre e si sono propagati come edera più di duecento gruppi o club di lettori in tutta Italia, da Pordenone a Palermo. Molto spesso sono nate partnership con piccole librerie che lavorano alla vecchia maniera, selezionando e consigliando libri secondo le attitudini di ciascun lettore fidelizzato, o con le biblioteche pubbliche che concedono gli spazi per gli incontri e i materiali “didattici”, per far sì che gli incontri obbediscano alla politica del costo zero. Anche a Roma i gruppi di lettura sono una realtà. Si va da gruppi legati all’esperienza territoriale, come il gruppo Monteverdelegge, che organizza incontri mensili a tema, letture a domicilio per gli anziani e gruppi sulla poesia, all’attività costante promossa da librerie piuttosto note, come la Flexi e la Griot. Ricco di eventi è anche il programma di Donne di carta, un vero e proprio collettivo interamente femminile che nasce da un rapporto sinergico tra diverse professioni legate all’editoria e alla cultura, e che ha prodotto un vero movimento attivista intorno ai libri. Tra le loro idee, degne di nota sono l’Accademia della lettura, un evento itinerante basato su una commistione tra scambio o vendita di oggetti, convivialità e libri, la Radio on-line Libriamoci Web e soprattutto Le persone Libro, un gruppo che riunisce veri e propri soldati della lettura che come gli antichi aedi omerici scelgono un libro, ne imparano intere pagine a memoria, e si riuniscono una volta a settimana per ascoltarsi a vicenda. Si tratta della versione italiana di un’idea chiamata «Proyecto Fahrenheit 451 – Las personas libro», sviluppata in primo luogo a Madrid. Altra realtà decisiva per la promozione della lettura sono i molti presidi del libro che tengono duro in tutta Italia, e che con pochissimi fondi e scarso appoggio delle istituzioni si muovono sul territorio invitando autori e organizzando presentazioni e letture, affidandosi solo alla volontà dei membri, alla loro passione e al desiderio innato di assecondare quel bisogno di vitalità culturale che lontano dai grandi centri trova pochissime valvole di sfogo. Che il concetto di militanza verso l’ideale della lettura sia decisivo in questa forma di attivismo dal basso, lo testimoniano molti dei nomi scelti dai gruppi, spesso esplicativi e sempre evocativi: si va dal gruppo Adesso Sfogliami a Il furore del Libro, da Tutta un’altra vita a Liberi di leggere, da Profumo di Pagine a Il cerchio Magico. Perché sia chiaro che vivere attivamente il grande amore verso i libri e i loro autori non significa solo comportarsi come la terrorizzante lettrice-carceriera Kathy Bates in Misery non deve morire.
Nicola Lagioia (Bari 1973), ha pubblicato i romanzi Tre sistemi per sbarazzarsi di Tolstoj (senza risparmiare se stessi) (vincitore Premio lo Straniero), Occidente per principianti (vincitore premio Scanno, finalista premio Napoli), Riportando tutto a casa (vincitore premio Viareggio-Rčpaci, vincitore premio Vittorini, vincitore premio Volponi, vincitore premio SIAE-Sindacato scrittori) e La ferocia (vincitore del Premio Mondello e del Premio Strega 2015). È una delle voci di Pagina 3, la rassegna stampa culturale di Radio3. Nel 2016 è stato nominato direttore del Salone Internazionale del Libro di Torino.
Sono il responsabile di Radio Libriamoci Web e desidero innanzitutto ringraziare per la menzione della nostra webradio.
Mi preme preme però precisare che l’emittente fa capo all’Associazione Culturale Klarheit che ha avviato una preziosa ed intensa collaborazione con Donne di Carta e con la presidente Sandra Giuliani che cura una rubrica di informazione sulle attività di Donne di Carta.
E io sono la Presidente di Donne di carta e ringrazio l’autore per questo articolo incisivo che dà visibilità anche al nostro operato. E sono qui, divertita ma preoccupata, a difendere quella meravigliosa Radio che è Radiolibriamociweb che non nasce affatto da noi ma è un nodo essenziale e fondamentale della nostra politica culturale di far rete, di creare modelli di cooperazione. Ed è proprio questo modello di cooperazione che ci rende tutti attori di una filiera più grande di quella editoriale: la filiera del lavoro della conoscenza, di quel fare cultura che non ha barriere né recinti di casta o di competenza tantomeno di mezzi e strumenti. Ed essere portatori sani di oralità…. persone libro e radio…. è una convergenza tale che può far sembrare quest’alleanza creata de factu più di… un’affinità elettiva. Siamo compagni di viaggio… e di un viaggio lunghissimo.