
Seconda puntata della rubrica a cura di Anna Toscano: qui la prima uscita.
La luce del giorno
Io sogno un mattino ideale. Un mattino che porto trepido
nel cuore
Da tanti anni.
Quanti anni? Secoli.
Non ricordo chi me l’ha descritto ma sento ancora la sua
voce tenera
come il mattino.
… E il sole nasceva dietro i monti e l’aria si tingeva di
rosa e tutte le cose palpitavano nel risveglio…
Oh, se potessi vedere, se potessi sentire!
Il mio mattino è triste: mi attende la fabbrica con le sue
luci elettriche accese in eterno.
***
Gli anni che portano ai ’50 sono gli anni di formazione e scrittura della “poetessa operaia” Nella Nobili, il decennio che la vede lavorare in fabbrica giovanissima, poi lavora in ospedale durante la guerra e poi in fabbrica nuovamente. Una poesia quella di Nobili, in cui non solo vita e lavoro divengono intreccio, ma anche vita lavoro scrittura lo sono. La lingua qui ha un valore fondante perché aderisce ai cambiamenti di corso e allo scacco della sorte, al valicare una frontiera, al mettere insieme i pezzi di un tutto per ritrovarsi identità sorrette dalla scrittura.
Nella, come molte autrici sue contemporanee, fatica a spostare i confini dell’accettabilità sociale, a esser riconosciuta nella sua interezza, o nelle sue evoluzioni. Una donna che inizia ragazzina a lavorare in fabbrica per poi esser riconosciuta come poeta al di sopra di ogni scala, che si reinventa a Parigi creando genialmente un lavoro nuovo che la renderà non più povera e molto apprezzata. Parigi luogo di successo dove rinasce con la poesia e nella poesia attraverso la lingua francese che avvolge i suoi ricordi. Ma non solo versi, anche in prosa ritorna al mondo operaio e lo fa con un progetto di documentazione con la compagna Edith Zha sulle donne omosessuali e il lavoro in fabbrica.
Nella Nobili, Ho camminato nel mondo con l’anima aperta, a cura di Maria Grazia Calandrone, Solferino, Milano, 2018
***
Se rifiuto l’armonia
Se rifiuto di pensare in poesia
Se rompo il verso, se lo scompongo
Se ne faccio un’umile riga
Descrittiva
E priva del profumo della fantasia
È per raggiungere l’essenziale
Per collocarlo nel pensiero
Al punto esatto, per fissarlo
Ed infine per comunicarlo.
Ormai solo il vero conta.
Penetrare nel vero, affidarsi al senso più concreto
Con I mezzi più concreti:
Ogni uomo li possiede.
Parigi, 1953
Anna Toscano vive a Venezia, insegna presso l’Università Ca’ Foscari e collabora con altre università. Un’ampia parte del suo lavoro è dedicato allo studio di autrici donne, da cui nascono articoli, libri, incontri, spettacoli, corsi, conferenze, curatele, tra cui Il calendario non mi segue. Goliarda Sapienza e Con amore e con amicizia, Lisetta Carmi, Electa 2023 e le antologie Chiamami col mio nome. Antologia poetica di donne vol. I e vol. II. Molto l’impegno per la sua città, sia partecipando a trasmissioni radio e tv, sia attraverso la scrittura e la fotografia, ultimi: 111 luoghi di Venezia che devi proprio scoprire, con G. Montieri, 2023 e in The Passenger Venezia, 2023. Fa parte del direttivo della Società Italiana delle Letterate e del direttivo scientifico di Balthazar Journal; molte collaborazioni con testate e riviste, tra le altre minima&moralia, Doppiozero, Leggendaria, Artribune, Il Sole24 Ore. La sua sesta e ultima raccolta di poesie è Al buffet con la morte, 2018; liriche, racconti e saggi sono rintracciabili in riviste e antologie. Suoi scatti fotografici sono apparsi in guide, giornali, manifesti, copertine di libri, mostre personali e collettive. Varie le esperienze radiofoniche e teatrali.