di Francesca Romana Cicolella

Mondadori ha scelto Liliana Rampello e Susanna Basso, rispettivamente come curatrice e traduttrice, per restituirci, nella sua integrità, l’opera di Jane Austen.

Pe la collana dei Meridiani Mondadori, in Italia la più importante e preziosa per scelta degli autori, cura nell’edizione e creazione di volumi da collezione di estremo pregio oggi diretta da Alessandro Piperno, sono stati pubblicati tre volumi dedicati alla scrittrice inglese. 

Chiacchierata, sottovalutata e ancora oggi troppo spesso accostata alla letteratura di stampo romantico per fanciulle, Jane Austen ha scritto e pubblicato sei romanzi completi, cui si aggiungono due romanzi lasciati incompiuti. Tutti gli scritti sono raccolti in due volumi, nel formato classico dei Meridiani, cui si è aggiunto un terzo piccolo volume, in edizione speciale e dal titolo “Romanzi incompiuti”, dedicato solamente a I Watson e Sanditon.

Liliana Rampello, nell’introduzione, ipotizza che Jane Austen non sia riuscita a concludere questi ultimi due romanzi più per insoddisfazione nei confronti di ciò che stava scrivendo che per le vicende personali, come la morte del padre, che irrompono nell’attività letteraria.

La considerazione della Rampello, già questa, ci permette di aprire una porta sul lavoro che su questa autrice si è scelto di fare in casa Mondadori: riprendere in mano Jane Austen nella sua integrità, riconsiderare le sue vicende personali e studiare la sua letteratura per cogliere, parola per parola, il senso vero dei suoi scritti.

Non c’è, nei Meridiani Mondadori di Jane Austen, un dettaglio che venga trascurato né annotazione che smetta di ricordare che Jane Austen è molto più di quello che fino ad ora ci hanno restituito.

Se è vero, come ha sottolineato la stessa Rampello in un intervento dedicato alla pubblicazione dei Meridiani e visibile sui canali web Rai, che di Jane Austen esistono innumerevoli ristampe e traduzioni degne di nota, non si può non considerare la magistralità del lavoro svolto con i Meridiani. Affidare ad un’unica curatrice e ad un’unica traduttrice tutta l’opera della Austen significa consentire a entrambe di avere un quadro quanto mai chiaro, completo e preciso della sua opera e di restituirlo con le stesse caratteristiche. Il lettore ha la possibilità di seguire l’armonia mozartiana – come Rampello stessa la definisce – della narrativa di Jane Austen, di scoprire la sua sensibilità nelle scritture private e il suo genio nei romanzi.

Non c’è, come ci fa notare la curatrice, la vita privata di Jane Austen nei suoi romanzi, ma appare chiara la sua capacità di sfruttare esperienze personali e vicende storiche per le storie che inventa.

La scrittura di Jane Austen, lineare, semplice ma sempre stilisticamente curata nel dettaglio, rende necessaria, per l’Italia, una traduzione che colga ogni sfumatura.

“Soltanto di Orgoglio e Pregiudizio sono censite, dal 1932 a oggi, 35 traduzioni; 14 di Ragione e Sentimento, 10 di Northanger Abbey, 10 di Mansfield Park, 21 di Emma e 11 di Persuasione. Numeri parlanti, senza dubbio, che tracciano una mappa della diffusione estesa e diseguale dei sei romanzi perfetti di Jane Austen.” Quel che sottolinea Susanna Basso nella nota alla traduzione del II volume rende chiaro quanto possa essere risultato complesso e sfidante il compito, che ha accettato con Mondadori, di ripartire da zero, leggendo e traducendo tutta Jane Austen senza farsi influenzare né da precedenti traduzioni né, soprattutto, dal suo stesso lavoro romanzo dopo romanzo.

In Jane Austen la narrazione, infatti, è una continua evoluzione, un costante rimando a sé stessa ed è espressione della crescita di una scrittrice consapevole di volersi migliorare, di desiderare di affinare la sua scrittura senza perdere mai il suo stile.

Di qui si torna all’intuizione di Rampello sugli incompiuti e anche sulla scelta dell’editoria contemporanea di donare ugualmente ai lettori romanzi senza finale, che risultano appetibili quanto i compiuti.

I Watson e Sanditon, presentati nell’inconsueto volume tascabile, sono testi su cui Susanna Basso ha “giocato come se tra i due non ci fosse soluzione di continuità, come se il tempo dalla loro stesura non fosse stato separato dal succedere della vita.”

Una scelta possibile che dimostra ancora come in Jane Austen la trama non sia il centro del romanzo, ma solamente il luogo in cui far succedere scene e personaggi che da soli sono la sua letteratura.

Dialoghi, ambientazioni e sottili ma decisivi rimandi al momento storico – in Sanditon soprattutto – sanno restituire al lettore una storia che non lo lascia orfano ma che, come tutti gli altri romanzi di Jane Austen, informa, insegna e diverte. I tipi umani di Jane Austen, come le sue eroine sui generis, sono protagonisti anche negli incompiuti e non rendono necessaria l’immaginazione dell’epilogo, non scontato anche per i suoi lettori più affezionati.

Piccole scene per grandi emozioni, scene complesse, risolte in apparente ed elegante semplicità, indicano l’elemento chiave della capacità di Jane Austen di trasformare la banalità del quotidiano in esperienza comune, di trasportare su un piano universale i vissuti individuali.

Suggeriva la miglior lettrice di Jane Austen, Virginia Woolf, cui la curatrice de i Meridiani fa, a ragion veduta, rimando.

La volontà di Liliana Rampello di dare tutta Jane Austen con i Meridiani è chiara ancor di più se si tiene conto della scelta di inserire a fine testo, tanto nei volumi principali quando nei “Romanzi incompiuti”, stralci non letterari o bozze sconosciute.

Alla fine del II volume, infatti, la curatrice ha scelto di riportare: il capitolo cancellato di Persuasione, alcune lettere scelte dalla corrispondenza tra Jane Austen, la sorella Cassandra e altri familiari e conoscenti, critiche ai suoi romanzi dalla Austen stessa scelti e custoditi e un approfondimento breve su ogni romanzo. In calce ai “Romanzi incompiuti”, invece, Rampello pubblica gli “Spunti per un romanzo in base a spunti di varia provenienza” oltre che i brevi commenti ai due romanzi.

Questo materiale si pone in assoluta continuità con gli scritti della Austen, non distraendo dagli stessi ma fungendo da approfondimento e supporto alla lettura, restituendo la verità sulla Jane Austen scrittrice che mai ha potuto cogliere chi si è fermato alle trame.

Così con i Meridiani ci ricordiamo della vita semplice ma anche inconsueta della giovane Austen, del suo rapporto speciale con la sorella Cassandra e del suo essere cresciuta tra i maschi, da cui ha appreso il linguaggio meno controllato e con cui ha imparato a dialogare. Scopriamo una scrittrice che è prima di tutto forte lettrice e amante del teatro shakespeariano, da cui ha appreso l’importanza del dialogo che nei suoi romanzi è utilizzato magistralmente ed è assoluto protagonista.

Con le scelte di Rampello e la traduzione di Basso cogliamo la cura di Jane Austen per le parole e la scelta di non raccontare il presente, ma di leggerlo con attenzione per ambientarci le sue storie.

Capiamo, distaccandoci finalmente dalla concezione di Jane Austen come autrice di romance modernamente intesi, di trovarci di fronte una scrittrice capace di utilizzare parole, dialoghi e ironia pungente per smontare l’immagine classica dell’eroina settecentesca e restituirci, seppur con storie romantiche, un nuovo, perfetto modello di donna.

Mi paiono tre le mosse magistrali che permettono a Jane Austen di scartare da quell’unico cerchio che poteva soffocarla (e tante ha soffocato): lo sguardo dell’inesorabile materialismo con cui abita il suo mondo, non lagnandosi, o peggio fantasticando in modo sentimentale, ma abitandolo con assoluta Signoria autoriale; l’invenzione di ragazze giovani che, non più eroine passive di prevedibili e tradizionali avventure romanzesche, rosee o drammatiche, sono protagoniste del loro destino; la scelta, dovuta alla conoscenza profonda e all’amore per il teatro, del dialogo come unico motore che concretamente muove il plot, impossibile se le sue ragazze non avessero una lingua propria, pensante, con cui parlano con se stesse, tra loro e con gli uomini, in vista della propria felicità individuale, un motivo filosofico settecentesco che lei sa felicemente ritradurre nelle sue storie, semplici e ordinarie solo in apparenza.

Così Rampello, nell’introduzione ai Romanzi Incompiuti, dice nel modo migliore quel che Jane Austin sa fare ma, soprattutto, perché abbia ancora senso leggerla oggi.

In un’epoca in cui si fa ancora fatica a scegliere la corretta rappresentazione della donna, a parlare d’amore senza aver paura di farlo, in cui si naviga nell’incertezza in ogni forma di narrazione, rileggere Jane Austin sotto la direzione di Piperno e la guida di Rampello e Basso è l’unico modo per stare dalla parte giusta della letteratura. I Meridiani di Jane Austen sono l’occasione di oggi per riconsiderare le opinioni sbagliate e dar forza a quelle giuste, per sentirci al sicuro in storie che sembrano astratte ma sono ironicamente concrete, per sentirci bene in una storia romantica in cui gli scambi sono veri, paritari, in cui le donne sono soggetti e sanno prendersi la scena.

Così acquisisce un suo senso ogni momento, come il ballo tanto caro alla Austen e che nei suoi romanzi è un non luogo di confronto, incontro e sfida per ogni personaggio.

Jane Austen diventa finalmente la scrittrice con il coraggio di inseguire, per sé e per le sue protagoniste, unicamente la felicità individuale, utopica all’epoca quanto oggi.

Toccherebbe ringraziare Jane Austen continuamente, lodarne un coraggio che manca a tante penne. Intanto, per fortuna, abbiamo una buona occasione per emozionarci con Orgoglio e Pregiudizio senza vergogna, scoprire la grandiosità di Persuasione e immaginare il finale perfetto anche per Charlotte Heywood.

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