di Marco Mantello

Un tempo prendevo delle persone
e le facevo a pezzi, cambiavo le facce
e il nome, il colore dei capelli,
il sesso, l`identità anagrafica.
Si trasformavano sulla pagina
in qualcosa di simile a una conchiglia
da cui nessuno poteva sentire il mare
Le analizzavo e le riducevo
le duplicavo e le sottraevo. Poi le mangiavo.
Certe volte le davo in pasto
a qualcuno più insicuro di me
e più famoso nei dopocena
Compreso il poemetto del Circeo
dove il mostro era il crocifisso e non io
Compreso quel lungo racconto
o la grande poesia sul letame.
Mangiavo tutto. Mangiavano tutto di me
come da un pulpito che mi difendeva
da quello che non volevo essere
ma non dai simili e dalla loro fame

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